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- Progetto di Shiatsu nel campo profughi in Libano
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Un percorso lungo anni quello del progetto Shiatsu do-nna nel campo profughi del Libano. La difficoltà più grande è stata proporre una disciplina a loro sconosciuta che alle prime spiegazioni veniva confusa con i massaggi, con i quali non ha nulla a che vedere.
La prima a crederci è stata Abeer, responsabile della biblioteca del centro Al Houlah ed ecco perché abbiamo cominciato proprio da qui nel 2013 con Pina, l’operatrice shiatsu tra le fila dei nostri associati.
Dopo quasi tre anni di corso, ed i primi risultati acquisiti abbiamo stretto una partnership con l’Accademia Italiana di Shiatsu di Milano e il corso è proseguito con le due formatrici , Adriana e Sylvia, ampliando il bacino di allieve e perfezionando il gruppo delle pioniere.
Diverse allieve hanno superato i test ed hanno ricevuto la certificazione di operatrici rilasciata dall’Accademia, qualcuna ha anche cominciato a fare dei trattamenti ad estranei previo compenso cogliendo uno degli obiettivi del progetto, ovvero quello di farne una professione che desse autostima alle donne e supporto all’economia familiare.
Ci ha pensato il Covid a stoppare il successivo passaggio nell’insegnamento dello Shiatsu applicato alle donne partorienti. L’Accademia, travolta dal lungo fermo delle attività in Italia ha chiuso i centri e sciolto l’associazione.
Per un anno abbiamo sostenuto Salwa, una delle allieve del progetto che ne aveva fatto una attività, durante la formazione ad un nuovo gruppo di ragazze, poi abbiamo dovuto chiudere il progetto nel 2022.