Il 2024 per la Palestina. L’elenco di cose positive stilato da Dayzi Gedeon
La regista, giornalista e imprenditrice, Daizy Gedeon, prova a capovolgere il sentire comune della Palestina sull’anno appena trascorso. “E se invece di concentrarci sugli orrori del 2024 rivolgessimo lo sguardo a tutti i successi conseguiti?” – dice – Ed è esattamente quello che fa nel video “2024 was a success for Palestine” elencando quanto di positivo è accaduto durante l’anno con l’obiettivo di scacciare il senso di depressione che aleggia tra i difensori di diritti umani, attivisti e gente comune di fronte all’ingente numero di vittime e all’inarrestabilità del genocidio. Il video è disponibile al link you tube della regista, mentre qui noi, con lo stesso intento, riportiamo le “buone ragioni per cui dovremmo restare fiduciosi“ .
Daizy Gedeon, attraverso la sua società di produzione cinematografica Dream Creations International, ha prodotto, scritto e diretto due documentari: Lebanon… Imprisoned Splendour (1996) and ENOUGH! Ha inoltre prodotto Lebanon’s Darkest Hour (2021), vincitore del premio “The Movie That Matters” al Festival del cinema di Cannes del 2021.
Le buone ragioni:
26 gennaio 2024
La Corte Internazionale di Giustizia ha trovato plausibile che le azioni di Israele costituiscano genocidio
8 febbraio
Il Nicaragua chiede l’adesione al caso aperto alla Corte di Giustizia Internazionale contro Israele
11 marzo
Il Belgio dichiara la sua intenzione di unirsi al caso presso la CGI
28 marzo
130 membri del parlamento britannico esigono la sospensione delle esportazioni di armi verso Israele
28 Marzo
Il relatore speciale delle Nazioni Unite sulla Palestina Francesca Albanese pubblica la relazione che accusa Israele di genocidio
5 aprile
La Colombia chiede l’adesione al caso presso la CGI contro Israele
5 aprile
La Turchia annuncia la restrizione alle esportazioni verso Israele
17 aprile
Gli studenti dell’università di Columbia, New York, iniziano ad accamparsi in solidarietà per Gaza e innestano azioni analoghe negli Stati Uniti e nel resto del mondo
20 aprile
Le isole Barbados riconoscono lo Stato di Palestina
24 aprile
La Giamaica riconosce lo Stato di Palestina
1 maggio
La Colombia taglia i legami diplomatici con l’Israele
Ancora in maggio
La Turchia, ll Libia, l’Egitto, le Maldive, il Messico e la Repubblica d’Irlanda chiedono l’adesione al caso della CIG contro Israele
3 maggio
La Repubblica di Trinidad e Tobago riconosce lo Stato di Palestina
8 maggio
Le Bahamas riconoscono lo Stato di Palestina
10 maggio
L’assemblea generale delle Nazioni Unite approva la risoluzione chiesta dalla Palestina per la piena adesione alle Nazioni Unite con 143 voti a favore e 9 contro,
12 maggio
L’Egitto dichiara che si unisce al caso della CIG contro Israele
16 maggio
Il Canada impone sanzioni ai coloni israeliani
28 maggio
La Norvegia, la Repubblica d’Irlanda e la Spagna riconoscono lo Stato di Palestina
29 maggio
Il Brasile ritira il suo ambasciatore in Israele
3 giugno
Le Maldive vietano agli israeliani di entrare nel loro Paese da giugno.
3 giugno
Il Cile, la Palestina e la Spagna chiedono l’adesione o dichiarano la loro intenzione di unirsi al caso CIG contro l’Israele
4 giugno
La Slovenia riconosce lo Stato di Palestina
19 giugno
Un comitato internazionale indipendente delle Nazioni Unite rilascia una relazione concludendo he le azioni d ‘Israele costituiscono crimini di guerra e crimini contro l’umanità
21 giugno
L’ Armenia riconosce lo Stato di Palestina
23 luglio
La CIG stabilisce che l’occupazione israeliana di Palestina é illegale e costituisce apartheid
23 luglio
Il Giappone impone sanzioni ai coloni israeliani
25 luglio
L’Australia impone sanzioni ai coloni israeliani
29 agosto
L’università di San Francisco disinveste dalle aziende che producono armi collegate a Israele
11 settembre
La Palestina prende il suo posto tra le altre nazioni all’assemblea generale delle Nazioni Unite
28 settembre
L’agenzia Moody declassa il rating di credito di Israele
6 ottobre
Il presidente francese Emmanuel Macron chiede di fermare la vendita di armi a Israele
8 ottobre
Un gruppo belga di diritti umani segue il caso alla Corte Internazionale dei Crimini contro mille coloni israeliani
15 ottobre
La Spagna e l’Irlanda chiedono alla UE di sospendere il loro accordo di libero commercio con Israele
15 ottobre
Piu di quaranta membri del parlamento britannico chiedono al governo britannico di imporre sanzioni a Israele
16 ottobre
La Francia vieta a Israele di partecipare alla esposizione del commercio navale
16 ottobre
Il Regno Unito impone sanzioni ai coloni della Cisgiordania
30 ottobre
La Spagna cancella un contratto sulla vendita di armi con un’azienda israeliana che vale miliardi
22 ottobre
Un diplomatico australiano -israeliano Mark Regev va a processo per sensibilizzazione al genocidio
3 novembre
52 Paesi esortano le Nazioni Unite a imporre un embargo globale sulle armi contro Israele
4 novembre
La Malesia propone una risoluzione per allontanare Israele dalle Nazioni Unite
13 novembre
La Turchia taglia tutti i rapporti con Israele
13 novembre
L’Australia modifica o annulla 16 esportazioni nel settore della difesa verso Israele
14 novembre
Human Rights watch accusa Israele di crimini di guerra e pulizia etnica
14 novembre
L’Australia appoggia una risoluzione delle Nazioni Unite che riconosce la sovranità permanente dei palestinesi
18 novembre
Gli Stati Uniti sanzionano il gruppo di coloni israeliani Amana
23 novembre
Un tribunale italiano decide contro Gerusalemme capitale di Israele
26 novembre
La Palestina nomina il primo ambasciatore in Belgio
21 novembre
La Corte Penale Internazionale (CPI) emette un mandato d’arresto per il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il ministro della difesa Yoav Gallant
3 dicembre
L’ Australia si separa dal blocco statunitense e chiede la fine dell’occupazione Israeliana in Palestina
5 dicembre
Amnesty International pubblica una relazione scioccante accusando Israele di genocidio.
Tutto questo per non parlare dell’attuale sostegno globale alla Palestina. Le manifestazioni, gli accampamenti, le dimissioni di ufficiali americani e il cambiamento nell’opinione pubblica contro Israele. Si, il genocidio continua ma Israele ha perso molto di piu di quello che ha guadagnato e adesso viene considerato uno Stato “paria”.
Il movimento a favore della Palestina é piu forte che mai. Facciamo del 2025 un anno in cui costruiamo sui nostri successi per la Palestina e per l’umanità.