Aumenta in Libano la consapevolezza pubblica della gravità della situazione
Oltre all’autore dell’articolo (Fabio Scuto) apparso su IL FATTO QUOTIDIANO del 7 giugno, di cui riportiamo alcuni stralci, ormai lo percepiamo anche dai rapporti che intratteniamo con il personale dell’ONG partner nel campo profughi che si trova a pochi kilometri da quel fiume Litani che segna la linea blu tra il Libano e Israele.
…”Le tensioni si stanno intensificando al confine settentrionale con Israele. Lo scambio di colpi tra Israele e Hezbollah è aumentato di intensità. Israele sta ora minacciando un vasto attacco al Libano se Hezbollah non fermerà i suoi attacchi. Netanyahu non ha né il sostegno degli Stati Uniti né le bombe per un conflitto con Hezbollah, e le conseguenze per gli israeliani potrebbero essere catastrofiche, dopo 8 mesi di guerra a Gaza. Il Libano è già stato, dal 1982 al ritiro del 2000, il Vietnam di Israele.”
La scintilla di questi giorni: ...”Israele ha preso di mira due comandanti di milizia islamica nella valle della Bekaa. In risposta Hezbollah ha dimostrato – se ce n’era bisogno – che la sua forza missilistica è qualitativamente diversa da quella di Hamas. Un assaggio di missili Burkan ha centrato una base dell’IDF, un assaggio del suo arsenale stimato oltre 200.000 tra razzi e missili.”
… “Con tutto quello che è stato sparato a Gaza quest’anno IDF ha quasi finito le bombe già una volta. Netanyahu avrebbe bisogno di un cessate il fuoco – anche se temporaneo – per poter aprire un secondo fronte. Per poi trovarsi di fronte non una modesta forza come Hamas, su un terreno pianeggiante, isolato e circondato da tutti i lati, ma miliziani ben armati, altamente addestrati che combattono sulle colline e catene montuose che segnano il confine con il Libano e la Siria.
Hezbollah non è più la stessa forza che era nel 2006. Le attuali capacità militari sono superiori alla stragrande maggioranza delle forze di terra di altri Stati arabi. La sua ala militare è principalmente una forza di terra, con fanyeria leggera e motorizzata, con mezzi di artiglieria missilistica a corto e medio raggio. Hezbollah può contare su 30.000 miliziani di pronto impiego, 20.000 richiamabili subito per arrivare a 100.000 con i riservisti. La punta di diamante è la Radwan Force, un’unità di elite di 2500-3000 combattenti. Cecchini, agguati, battaglie ravvicinate in aree edificate e incursioni oltre le linee nemiche, le specialità del gruppo. Le forze di terra includono anche unità anticarro. La milizia ha già dimostrato di possedere 19 tipi diversi di missili guidati anticarro e sistemi a guida laser come i Kornet russi e i Tow di fabbricazione USA.Certo Hezbollah ha una limitata capacità aerea (droni a gittata limitata) perché concentra la sua potenza a terra compresi i mortai leggeri, medi e pesanti. Si stima che nell’arsenale ci siano 150.000 proiettili di vari calibri.
Anche se gli israeliani riuscissero a respingere gli Hezbollah oltre il fiume Litani (28 Km dal confine con Israele) questo non metterebbe fine alla loro capacità di attacco. Potrebbero usare i 65.000 missili con gittata di 200 km.. Si possono colpire le centrali elettriche di tutto il Paese, Haifa, l’aeroporto Ben Gurion, persino il Kiryat (il complesso della difesa) nel cuore di Tel Aviv. Israele può avere un primo ministro dal grilletto facile, ma il monito degli USA è chiaro ed esplicito: NON FARLO!