La mancanza di spazi è la condizione con la quale si combatte nelle scuole, nelle case, nelle strade e in ogni ambito associativo di un campo profughi di un kilometro quadrato allestito in Libano negli anni ’50.
Ci eravamo già scontrati anche noi con questa realtà per i corsi di kickboxing per i bambini e di difesa personale per le donne avviati nella sala teatro dell’associazione Al Houlah, uno spazio destinato alle diverse necessità dei residenti di radunarsi, spesso prioritarie rispetto alle nostre attività.
Così è nata l’idea di progettare la costruzione di una palestra sopraelevando la palazzina della sede Al Houla. Il progetto ha ricevuto il finanziamento dall’Otto per Mille della Chesa Valdese e a maggio 2017 sono iniziati i lavori.
Le difficoltà tante e di diversa natura. Particolarmente complicato è stato l’ottenimento dei permessi per l’introduzione nel campo dei materiali da costruzione. La procedura, gestita dalla General Security libanese che presidia il check point, obbligatoria nei campi del Sud, oltre a ricordare ai palestinesi che il lembo di terra dove sorge il campo non è casa loro, alimenta anche pratiche non molto chiare. Anche l’ubicazione dell’associazione, nel cuore del campo, con stradine di accesso strettissime ha creato rallentamenti. La betoniera ha dovuto sostare distante dalla palazzina e si è dovuto ricorrere ad un andirivieni di persone per trasportare il cemento in piccoli contenitori.
A costruzione ultimata la palestra è stata arredata con il contributo dell’associazione locale Welfare e con una donazione privata. L’inaugurazione nell’ottobre 2018 è stato un momento di grande commozione e felicità di tutti coloro che a diverso titolo vi avevano collaborato, con i ringraziamenti particolari alla Chiesa Valdese che con l’Otto per Mille ha sostenuto la fase più impegnativa.