Ritorno a Beirut. Dayihe, quartiere martoriato dai bombardamenti israeliani

Girando a Dayihe, periferia di Beirut, martoriato dai bombardamenti israeliani dei mesi scorsi, dove ha perso la vita Hassan Nasrallah, a due giorni dai funerali, suo e del suo successore Hashem Saffiedine, non puoi fare a meno di considerare una enorme folla che lo ha invaso per l’estremo saluto ai due eccellenti martiri e la desolazione che mostrano queste immagini.

Il vuoto lasciato dagli edifici in macerie è pari al vuoto che il capo degli Hezbollah ha lasciato non solo nei suoi seguaci ma in tutti coloro che lo avevano conosciuto, capi di Stato, diplomatici, gente comune che è intervenuta.

Si sente dire che gli Hezbollah si riorganizzeranno, si legge anche dai migliori opinionisti, e c’è da crederci, perchè la guerra scatenata da Israele contro queste formazioni della resistenza con l’uccisione dei suoi capi – parlo anche di Hamas – non gli consentirà di annientare le idee alla base del pensiero politico che le anima.

Al rientro dal Libano condividerò con chi legge questo sito anche la mia esperienza del ritorno in Libano durante questa fase di cessate il fuoco, della visita alla tomba di Nasrallah, e degli impegni associativi che mi aspettano.
Dal Libano, 26 febbraio 2025
Olga Ambrosanio