Progetto ODISSEA. Il caso di un giovane infermiere di un campo profughi in Libano

Per il giovane infermiere del campo profughi di Burj al Shemali (Libano) si conclude felicemente l’ostinato percorso sostenuto dal progetto ODISSEA di ULAIA ArteSud ODV per accompagnarlo verso un futuro di condizioni lavorative dignitose che lo porteranno, ovviamente, fuori dal campo dove vive. Infatti, ancorché in Libano la professione di infermiere sia tra le poche consentite anche ai rifugiati palestinesi, nei fatti viene praticata una forte discriminazione sul salario che talvolta non remunera nemmeno i costi per raggiungere la struttura ospedaliera.    

Il 7 di gennaio l’ultima intervista di M. con The Royal Marsden Hospital di Londra, uno dei migliori ospedali che tratta le cure per il cancro, che ha definitivamente accolto la sua candidatura dando il via ai documenti necessari per l’espatrio.

Questo è il percorso che ULAIA offre ai minori adottati “a distanza” indicati dall’ONG NISCVT Beit Atfal Assumoud, ovviamente se meritevoli e se da grandi si mettono in condizione di essere aiutati, come nel caso di M.

Bambino nel progetto Support a child, affidato per molti anni ad Antonella e Angelo, musicista con Assumoud nel gruppo di cornamuse GUIRAB, volontario e poi segretario dell’associazione Al Houlah, destinatario della borsa di studio triennale all’Università in Libano in scienze infermieristiche erogata sempre nell’ambito del progetto ODISSEA, M. ora è all’ultima tappa. Ci vorrà ancora un aiutino nei primi mesi di permanenza a Londra e poi avrà le condizioni per fare da solo e costruirsi la vita da adulto.   

Tutto questo è reso possibile dalle donazioni di privati che ci pervengono con causale: progetto ODISSEA. INFO progetto. INFO per donare  

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