Libano. Fine di una crisi istituzionale durata oltre due anni

Comincia con l’elezione del Presidente della Repubblica la fine della crisi istituzionale del Libano durata oltre due anni. E’ Joseph Aoun, attuale comandante delle Forze Armate libanesi, cristiano maronita come vuole il patto di distribuzione delle cariche nel sistema confessionale che vige nel Paese.

Generale, vicino ai Paesi occidentali e ai Paesi anti Iran, nelle sue dichiarazioni l’impegno a garantire che lo Stato abbia il diritto esclusivo di avere armi (il che presuppone il disarmo di Hezbollah), di impedire che dal Libano partano attacchi a Israele, di dispiegare l’esercito libanese nel Libano meridionale per presidiare il ritiro delle truppe israeliane e di Hezbollah, e di ricostruire le zone distrutte da Israele.  

Dopo pochissimi giorni dall’insediamento Aoun ottiene l’elezione a Primo Ministro di Nawaf Salam, 71 anni, giurista di fama e intellettuale riformatore, attuale presidente della Corte Internazionale di Giustizia (CIG), anch’egli esponente di una classe politica vicino agli stessi Paesi del neo Presidente della Repubblica. La netta maggioranza (84 voti su 128) è stata ottenuta nonostante l’astensione ufficiale dei partiti Amal e Hezbolah.  

Cambia totalmente il posizionamento politico del Libano per effetto degli attacchi diretti di Israele agli Hezbollah e della caduta del regime di Assad in Siria. Certamente ha pesato la minaccia degli organismi internazionali di non erogare gli aiuti finanziari di cui il Libano ha disperatamente bisogno

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