Ismail Haniyeh, chi era e quale ruolo

Ma… mi faccia il piacere! E’ la famosa frase di Totò che mi viene in mente quando leggo le varie analisi che ancora riportano spiragli di mediazione possibile nel confronto Israele-Gaza. Ma vi sembra che tra due parti in causa, una che uccide l’altra abbia serie intenzioni di trattare? Ma vi pare che il prescelto di turno sia proprio il capo dell’ufficio politico di Hamas, il negoziatore?  E come mai il momento scelto è sempre quello in cui i negoziati sembrano avvicinarsi? Forse nemmeno l’AI riuscirebbe a formulare delle risposte plausibili!

La lista dei leader di Hamas ad essere stati assassinati da Israele è lunga: Ismail Haniyeh è solo l’ultimo. Segue a Yahya Ayyash, ucciso nella Striscia di Gaza nel 1996, allo sceicco Ahmed Yasin, fondatore di Hamas e al co-fondatore Aziz al-Rantissi, entrambi uccisi in un attacco aereo a Gaza, e infine, lo scorso gennaio a Saleh al-Arouri, un importante esponente di Hamas a Beirut.

Come dice Paola Caridi, nel libro “HAMAS” edizione aggiornata del 2024, la resistenza palestinese ha sempre ripreso vigore dalla repressione israeliana, dagli omicidi, da ogni uccisione. I capi di organizzazioni della resistenza designano fin dalla loro elezione il successore perché sanno di essere dei target.    

Nato nel 1963 in un campo profughi di Gaza, da genitori profughi, Haniyeh apparteneva alla generazione formatasi nelle università. Viveva da anni in Qatar. Sposato, con 13 figli, tre dei quali uccisi da Israele dopo il 7 ottobre, oltre a 4 nipoti e diversi parenti. Sopravvissuto a quattro tentativi di omicidio, è stato premier dell’Autorità nazionale palestinese (ANP) dal 2006 al 2007 fino alla scontro politico tra ANP e HAMAS che portò la prima a governare solo la Cisgiordania e l’altra Gaza 

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