Testimonianza. Il senso di questa esperienza
Il senso di questa esperienza
(da Marzia)
Riporto volentieri la mia esperienza personale del viaggio in Libano che ha rappresentato per me soprattutto un viaggio nell’anima e nella coscienza del popolo palestinese.
L’esperienza forte dei campi profughi ha significato comprendere l’emergenza di testimoniare l’esistenza e la resistenza di un popolo dimenticato e senza prospettive da oltre 70 anni. Anche questa é un’emergenza umanitaria, che si sente tanto più forte e dolorosa quanto più si coglie la consapevolezza che questo popolo mantiene della propria storia, della propria dignità e del senso di ingiustizia, perpetrato nei loro confronti. Di solo pane e di un tetto sopra la testa si sopravvive in una dimensione angusta e senza tempo. Così mi spiego quell’urgenza di raccontare la loro storie affinché noi fungessimo da megafono fuori dai limiti disumani di quel campo.
Questo é il senso di questa esperienza, dare ciascuno con la propria voce una testimonianza diretta di ciò che ormai non sta più neppure nei libri di storia e nelle cartine geografiche.
Anche dietro al racconto delle difficoltà quotidiane per l’inadeguatezza del sistema elettrico idrico fognario, della scarsezza di cibo e mezzi, c’é sempre il racconto di una dignità negata, di una condizione di ghetto subita cui si cerca di resistere lavorando, collaborando ricordandosi persino che, anche nel campo come nel resto del mondo, ci sono i soggetti più fragili..i dimenticati dei dimenticati cui va data assistenza e sostegno. L’offerta di un pasto e di un caffè all’interno del campo é sempre offerta di profonda umanità e apertura perché il popolo palestinese ha fame di conoscenza di tutto ciò che é fuori dal campo .
Potrei raccontare tanto delle bellezze naturali di questo Paese e dei luoghi della memoria che sono luoghi dell’infinita tragedia palestinese..ho scelto di raccontare il mio viaggio, quello che alla fine rimane di tanti visi, racconti e di tanti, troppi caffè..
Marzia