Viaggio solidale in Libano aprile 2019. Qana
Il 25 aprile del gruppo in Libano
siamo a Qana in visita ai luoghi del massacro del 1996. “L’artiglieria israeliana trucida 106 libanesi”. Questo il titolo del capitolo nel libro “Il martirio di una nazione” di Robert Fisk, il giornalista definito dal New York times l’inviato di guerra più famoso al mondo. L’incredibile è che il luogo bombardato era il quartier generale del battaglione UNIFIL delle Isole Fiji da circa 18 anni in quella posizione e, come tutti gli edifici delle Nazioni Unite sul tetto era dipinto con delle grosse insegne bianche e nere con la sigla “UN”, di notte perfino illuminate!
Giunto sul posto immediatamente per una strana coincidenza, Robert Fisk così scrive: “Che cosa avevano fatto gli israeliani, in nome di Dio! Le loro granate avevano fatto letteralmente a pezzi questi profughi libanesi, scoppiando a mezz’aria per provocare mutilazioni, falciando braccia, pance, gambe, Ai cadaveri di Sabra e Chatila avevano sparato i miliziani cristiani alleati di Israele, li avevano colpiti con coltelli, sventrati, sbudellati. Ma questa era una macelleria. Era così terribile, così assolutamente oltre ogni possibilità di comprensione che semplicemente non riuscivo a credere a ciò che i miei occhi vedevano. E gli uomini che avevano lanciato quelle bombe erano soldati israeliani.”
Dopo diverse versioni israeliane tese ad accreditare come errore il misfatto, dopo il rapporto ONU a conclusione dell’indagine letteralmente mortificante, la verità è venuta fuori grazie ad un video consegnato a Robert Fisk, in incognita, da quello che lui nel libro ha definito un SOLDATO UOMO. Un militare che, disobbedendo agli ordini ricevuti aveva duplicato il video in possesso della commissione ONU incaricata delle indagini. Le parole del militare nel consegnarglielo: “Lo devo ai miei figli!”.
Dei 106 morti, molti erano bambini.