Nel corridoio umanitario dell’Italia la famiglia di Rasha da noi sostenuta a Burj al Shemali
Fino ad ieri sembrava un sogno riuscire a spostare questa famiglia arrivata dal campo profughi palestinese di Yarmuk (Siria) a BUrj al Shemali! Ce ne siamo presi cura affiancando la Beit Atfal Assumoud che gli ha fornito sostegno medico-psicologico e lo sguardo vigile dell’assistente sociale Siham, abbiamo coinvolto i tre bambini nei nostri progetti musicali e di kickboxing, e sostenuto in una scuola privata uno dei tre figli con bisogni particolari. Non sapevamo per quanto avremmo potuto reggere con le donazioni dei soci e la fantasia di chi si è inventato mercatini per racimolare le somme necessarie.
Ora loro sono tutti qui a Roma e vi ringraziano, felici anche di poter incontrare chi, pur senza conoscerli, gli ha fatto arrivare aiuto e solidarietà attraverso ULAIA.
Da parte nostra ringraziamo i promotori, FCEI, Comunità S. Egidio, Tavola Valdese e gli operatori del progetto umanitario sperando che questa modalità possa essere eretta a sistema ora che è sotto gli occhi di tutti che anche nel fenomeno immigrazione la prevenzione si rivela più efficace e dignitosa e forse meno dispendiosa di una missione di salvataggio (ammesso che questa riesca).