Ma che bella storia! Fase Roma, dicembre 2015

di Simonetta Lambertini, responsabile arte ULAIA, 5 dicembre 2015

Il laboratorio è ormai in pieno svolgimento. Mentre i  bambini che frequentano la biblioteca al Houla di Burj al Shemali sono al lavoro da maggio con la guida di Asmaa Aljoumaa, per i trentanove bambini di due scolaresche romane della IIIªA e IVªA della scuola primaria Alberto Sordi del Plesso scolastico C. Donati a Primavalle, l’incontro avviene il 20 novembre presso la Biblioteca comunale Franco Basaglia incaricata del coordinamento.

Mi sentivo piuttosto emozionata, come sempre del resto quando devo incontrare i bambini, ma è bastato averli tutti lì, curiosi, attenti e pieni di domande per rilassarmi e cominciare un dialogo lungo due ore in cui abbiamo parlato di tante cose che non conoscevano e che volevano sapere dei loro nuovi amici di Burj al Shemali. E più parlavamo e più la curiosità ispirava domande, le due ore sono volate per tutti, così abbiamo deciso di incontrarci di nuovo a gennaio per preparare insieme una sorpresa da recapitare ai bambini palestinesi e che porterò con me a Burj al Shemali.

Le maestre mi hanno consegnato le storie romane dell’albero linguacciuto e io ho lasciato quelle palestinesi arrivate durante la primavera-estate e tradotte dall’arabo. Siamo d’accordo con i bambini che ognuno ne sceglierà una, la illustrerà e le darà un nuovo titolo e che faranno in modo che ogni storia abbia la sua illustrazione. Il 15 dicembre andrò a ritirare i disegni e quando ci rivedremo in biblioteca a gennaio prepareremo dei semplici libri di due pagine con una storia illustrata, ogni storia unirà in sé la creatività di due artisti in erba: uno palestinese e uno italiano.

Questa dell’illustrazione è un’idea che mi è venuta in corso d’opera per arricchire le occasioni di scambio e conoscenza fra i bambini: in questo modo il mio ‘L’albero linguacciuto’ si fa da parte e, dopo avere fatto le presentazioni, lascia ai bambini tutto lo spazio per continuare a dialogare fra di loro attraverso una collaborazione che fa sì che le storie sull’albero linguacciuto diventino semplici storie in cerca di un titolo e di una illustrazione.

Così, el tempo, il progetto si è ampliato – ha pure incamerato ritardi dovuti alle varie contingenze locali, ma questo è probabilmente quello che lo rende ottimo specchio delle realtà in cui stiamo operando, italiana e libanese, e di cui vuole essere testimone.

Le diverse realtà, romana e di Burj al Shemali, si ripercuotono inevitabilmente sull’andamento del lavoro portando alla luce difficoltà che rallentano, ma non fermano, un cammino che sento sempre più avvincente.

Banner per il consenso ai cookie di Real Cookie Banner